Intervista, blog, Federica Pasini

Federica Pasini e lo Zoom Out: se ti fermi, cresci.

Federica Pasini, CEO & Co-founder Hacking Talents

Intervista di Valentina Maran

L’EMDR è un metodo psicoterapico usato inizialmente per curare i veterani del Vietnam.
Aiuta la mente a “digerire” il trauma elaborandolo per fare in modo che diventi passato e la smetta di riproporre il dolore nel presente.
Non sto a farvi il pippone dettagliato di come funziona, ricordo però che un giorno la mia psicologa, specialista di EMDR – mi disse “quando senti il bisogno di calmarti, fai l’abbraccio della farfalla – stringiti e picchietta a tempo le mani sulle braccia”. Chi l’ha fatto lo riconosce ed è questo gesto così dolce verso se stessi che ho visto fare a Federica Pasini nel suo TEDX.

Se lo guardate (e ve lo consiglio) scoprirete il monologo di una giovane donna che ha toccato corde profondissime di consapevolezza e ha trovato il modo di costruire una piattaforma di consulenza professionale davvero innovativa che lavora sul valore delle persone.

La parola chiave dell’intervento è Zoom Out. Ma che cos’è?

Per arrivarci partiamo dal sito, con cui è iniziato tutto.
Hacking Talents è una piattaforma accogliente, che ti dà immediatamente un senso di accettazione, di cordialità. Lo apri e ti senti ascoltato.
Federica mi racconta che è nata proprio durante la pandemia – hanno matchato persone esperte di vari topic e hanno deciso di canalizzare un give back di supporto a chi, in quel momento, poteva avere qualche dubbio sulla propria vita professionale, per avere un aiuto nel comprendere come affrontare i momenti di ansia.

Questa cosa è stata fatta con 400 persone arrivate in modo organico – mi dice – per ringraziare i mentor che le hanno guidate, queste persone hanno fatto una donazione a Molce Atelier, una sartoria che forma e reintroduce nel mondo del lavoro le donne vittime di violenza.
Oggi questa parte pro-bono con la donazione della mentorship con 105 mentor che regalano il loro tempo è rimasta rispetto al lancio di Hacking Talents.

Aiutare 400 persone ha dato il via ad un circolo virtuoso.

Quello che è emerso è stata la necessità di focalizzare esigenze molto specifiche – continua.
Ho capito di quanto manchino gli strumenti alle persone all’interno dell’azienda e quanto poco capiscano le aziende del perché persone di valore se ne vanno, senza aver dato loro lo strumento giusto.

Federica ha un curriculum davvero importante, che conta nomi di aziende come Generali ed Apple.

Noi siamo una società profit– continua – e benefit: ci impegniamo infatti ad avere un impatto sociale con quello che facciamo. Il nostro core è supportare le persone a lavorare meglio.
Se ci sono programmi di diversity inclusion, sull’empowerment e sulla diversità di genere automaticamente migliora il clima sociale.
Per questo a statuto abbiamo indicato gli SDGs (sustainable development goals) su cui vogliamo lasciare il nostro segno.
Hacking Talents è un luogo dove una persona può dire “ho bisogni crescere sul lavoro”: riconoscere la propria vulnerabilità aiuta a far evolvere anche l’organizzazione e la società.

Conscious Bias, pensieri lenti e pensieri veloci.

Federica ha una cultura molto profonda sui pensieri lenti e i pensieri veloci- base dei conscious e unconscious bias. Mi spiega che durante un leadership program nella gigante del Tech, l’hanno iniziata allo Zoom outho capito che il modo dell’essere umano di reagire spesso è istintivo -mi dice- ma delle volte è necessario fermarsi e guardare le cose da fuori perché l’istintività ci fa prendere spesso decisioni sbagliate.
In genere la nostra mente trova troppo dispendioso fermarsi ad analizzare quello che succede, preferisce riproporre velocemente schemi già sondati. In realtà fermarsi fa la differenza. Capire perché faccio quello che sto facendo e perché lo sto facendo, ti fa risparmiare un sacco di tempo.
Ecco – mi spiega – Volevo costruire uno strumento per imparare a portare questo metodo nella quotidianità senza doversi leggere mille libri!
A volte basta fermarsi – se lo sai fare nel modo giusto. Io ti aiuto a fermarti e a dare un nome a determinate cose: ti do la cassetta degli attrezzi per stare meglio nel tuo posto di lavoro anche coi tuoi colleghi. Questo aiuta il team a lavorare meglio e aiuta l’azienda a crescere.

Le chiedo da dove le venga questa capacità, dove sia nato lo spunto.
La cosa forte della mia storia è che ho preso da situazioni difficili una sfera positiva. Son partita dal niente per costruire col pochissimo che avevo.
E ha fatto davvero tanto – Federica Pasini, infatti è tra le 100 under 30 più influenti secondo Forbes.

Ha un limite, mi racconta – Verso gli altri appari sempre molto prestazionale, sempre sul pezzo. Un po’ allontano con questa percezione di efficienza e mette in competizione.
Questa è la mia disruption!

Le chiedo perché in Italia molte aziende insistono nel reiterare l’errore della perdita di personale di valore.
Nelle realtà piccole mediamente le persone riescono a esprimere il loro potenziale. Quando l’organizzazione cresce hai bisogno di strutturare il lavoro e l’ascolto delle persone tende a venire meno. Si fa complesso. Le persone oggi non stanno bene se non possono esprimere il loro potenziale. Vogliono giustamente essere valorizzate.
È molto complesso arrivare alla persona singola sui grandi numeri, per questo siamo andati sul digitale.

Le domando il suo punto di vista su un grande classico che ogni tre per due impazza sui giornali: datori di lavoro che offrono un posto e lamentano di non trovare nessuno perché “i giovani non hanno più voglia di lavorare”. È così?
Ci sono comportamenti che soprattutto la Generazione Z vede come inaccettabili – mi dice – e sono legati al rispetto delle persone. Il modello di riferimento purtroppo ancor oggi è quello dell’uomo alfa – della persona in giacca e cravatta, maschio, 55 enne che decide, dice parolacce e urla in ufficio. Quel tipo di atteggiamento non è tollerato perché incoerente con una sostenibilità che è molto chiara per la Gen Z – vivono molto sul contenuto, sui valori.
Si fa prima a dire che non hanno voglia di lavorare anziché dire “ok, cosa non funziona più?” e quindi fare Zoom Out e fare la fatica di guardare da fuori, riprogrammare, e anche fallire.
C’è una nuova generazione di persone che dice “a questo gioco non voglio giocare” e dall’altra parte non c’è la volontà di negoziare.
I cosiddetti boomer di oggi son quelli che hanno scritto la storia dell’Italia: è difficoltoso andare da una persona che ha costruito tanto e dirgli “così non va bene”. Siamo a un punto di comunicazione complessa tra l’aspettativa di due generazioni che devono trovare un punto di incontro.
Ci vuole la volontà di farlo.
In realtà lavorare con persone di età ed estrazioni diverse significa farsi portare nei loro mondi.
Ti arricchiscono.

Forbes, il futuro e l’intelligenza artificiale
Le domando come sia essere tra le personalità under 30 citate da Forbes.
È stato un bel riconoscimento. È stato utile perché mi ha portato tanti contatti di persone molto in gamba: ho creato una chat su whatsapp stalkerando tutti gli altri under 30: ora siamo 170 persone e quello è stato bello perché ci siamo ritrovati automaticamente in un gruppo selezionato- sentiamo la responsabilità di portare valori belli e significativi.

Le chiedo come vede il futuro, suo e in generale di quello che succederà.
Il mio futuro è Hacking Talents nei prossimi 5 anni almeno.
Mi piacerebbe portarla su scala europea e vedere fino a che punto è possibile allargare questa connection.

Siamo dentro a una rivoluzione con l’AI – mi dice- la cosa che fa impressione è che l’intelligenza artificiale toglie alle persone la difficoltà di allenare la fatica per imparare, sbagliare e crescere. Se lo fa una macchina per te, sei disincentivato. Non possiamo permetterci di non usare le nostre teste bene.

Noto che, come mi è successo per Montserrat di RAME e Roberta di TA-DAAN, la narrazione del fallimento torna anche qui-
È la cosa con cui devi fare la pace prima se vuoi fare l’imprenditrice. Sbaglierai così tante cose che devi abbracciarle!

Ci salutiamo, e sono felice, perché anche in questa intervista metto la spunta alla casella “donne incredibili che ho avuto la fortuna di conoscere”.
Se il mondo è davvero in mano loro, io dormo serena, con buona pace dell’intelligenza artificiale, che mai sarebbe stata capace di creare una piattaforma di consulenza così empatica.

Valentina Maran

Valentina Maran