Roberta Ligossi TA-DAAN

ROBERTA LIGOSSI: "GEPPETTO IS OVER! L'ARTIGIANO OGGI è GIOVANE, TATUATO E COOL"

Roberta Ligossi, Founder TA-DAAN

Intervista di: Valentina Maran

TA-DAAN! Lo senti? TA-DAAN se lo dici forte sa subito di “guarda come sono stato bravo”. È un suono onomatopeico ricco di orgoglio. Sa di “guarda che bello!”. È un suono che ti dà di gomito affermando tronfio “Visto che roba?!”.

TA-DAAN suona proprio positivamente ed è per questo che Roberta Ligossi e le sue tre socie Costanza, Valeria e Sara l’hanno scelto per identificare il loro Magazine dedicato all’artigianato di qualità: TA-DAAN.

Roberta è un’innovatrice digitale che guarda ai valori costruttivi del passato. Parla al plurale e in questo suo modo di dire subito NOI comprendi la grande importanza che dà al gruppo. Nella sua idea di mettere in piedi un portale dedicato all’artigianato, non si svincola mai dalle altre.

Le chiedo com’è nato TA-DAAN e quando.

La data ufficiale gennaio 2020, giusto qualche tempo prima dell’allarme pandemia, in realtà avevamo già iniziato a lavorare ai profili e all’identità del brand nel 2019.
I social sono stati il grande traino dell’iniziativa: prima Instagram, poi Pinterest, Youtube, TikTok e infine siamo approdati al sito prima come Magazine e poi come e-commerce per promuovere e supportare l’artigianato di qualità.

Sta proprio nella community e nella forte fanbase sui social la forza di TA-DAAN che grazie alle indicazioni del pubblico trova nuovi artigiani da supportare e incontra realtà interessanti in ogni parte del mondo. Quella di TA-DAAN infatti è una ricerca cosmopolita. Quando incontrano un nuovo progetto, chiedono di avere in visione un prodotto. Questo ha un doppio fine: poter produrre le foto per il sito e testare la qualità di quello che viene proposto sull’e-commerce.
Grazie al fatto che sono nati prima come Magazine avevano ben chiaro le necessità degli artigiani.
Sono molto dedicati a fare bene una cosa – mi dice – e questa cosa è produrre. Sono anima e corpo dedicati alla produzione e sono meno interessati ad occuparsi di comunicazione, amministrazione e logistica. Con TA-DAAN l’ambizione è quella di costruire lo spazio digitale dove possano entrare in contatto gli artigiani e i consumatori- le nuove generazioni fatte da ragazzi e ragazze che vogliono consumare in maniera alternativa e preferiscono acquistare in modo consapevoli dai piccoli anziché dai grandi. Acquistare meno per acquistare meglio, diciamo sempre noi.

Il TA-DAAN Factor.

Con Roberta sento di poter essere subito molto schietta: ci vuole un gran fegato a mio avviso per andare gamba tesa in un mercato dove Amazon distribuisce la qualunque e dove ci sono realtà come Etsy.

Mi dice che sì, è vero, è tosto e fosse facile, lo farebbero tutti!
Il posizionamento e la selezione sono la chiave: sono a metà via tra i player più cheap come Etsy e player di lusso come Artemest. Si sono ricavati una nicchia di mercato molto interessante e verticale: i loro sono artigiani full time formati nelle migliori scuole di arti e mestieri e non dei semplici hobbisti. Fondamentale per TA-DAAN l’attenzione alla qualità e alla tecnica tradizionale con l’aggiunta della componente innovativa dello stile.
Gli oggetti col TA-DAAN Factor – mi dice – sono nel solco della tradizione ma aggiungono qualcosa. Una volta iniziata la collaborazione l’on-boarding dell’artigiano è molto veloce, dalle 2 alle 3 settimane e gli step nel mezzo vengono automatizzati il più possibile per mettere online i prodotti. Facciamo parte di un’altra generazione rispetto ai nostri genitori – spiega.
Loro avevano aspettative diverse. Noi stiamo tanto davanti al computer e abbiamo un bisogno latente di manipolare la materia. Non è una moda passeggera ma è una risposta alle nuove necessità che sono state boostate dal periodo pandemico.
Mi confessa che lei stessa durante la pandemia si è data al bricolage, ha messo una sega circolare in balcone e si è costruita una libreria. Lei e il Briko sono diventati una cosa sola.

Le confido che prima di questa intervista ho letto molto su di lei. So che ha frequentato un corso di cucito alla NABA e questa cosa mi ha colpita.

– mi dice – all’inizio della mia carriera ho fatto la head hunter; inizialmente era molto divertente, interessante, poi col tempo sono finita a fare selezione di dirigenti- sempre e solo maschi, sempre e solo vecchi. Ho sentito il bisogno di recuperare l’attività manuale e mi sono iscritta a un corso di sartoria.

Dalle ceramiche ai sextoy.

Le spiego che questa passione ci unisce: io ho il “gruppo scucino” del venerdì sera.
Ride degli interessi comuni che abbiamo, soprattutto quando le sventolo davanti allo schermo un dildo di ceramica decorato a mano che ho ricevuto da recensire durante la mia attività di sexblogger. Quello che mi fa amare TA-DAAN, le dico, è anche l’inaspettato di quello che ci puoi trovare.

È così – mi dice – l’artigianato moderno non è solo ricerca ed evoluzione dei materiali è anche capacità di interpretare in chiave moderna il concetto di artigianato.
Con le mie socie non abbiamo avuto dubbi quando ci siamo trovate a decidere se mettere online o meno dei sextoy fatti a mano che possono anche essere utilizzati come vasi.
Quando si pensa all’artigianato si pensa subito al buon Geppetto. Ora, nulla da togliere al pover’uomo ma anche basta! Gli artigiani oggi sono giovani, l’artigianato non sta morendo, le nuove generazioni non hanno necessariamente ereditato l’attività, e quindi hanno un approccio totalmente diverso rispetto al passato. Spesso gli artigiani sono giovani, tatuati e cool! Questa irriverenza passa anche dal tipo di prodotti creati, quindi ci siamo dette “perché no?” anche i dildi sono prodotti in mood con TA-DAAN.

C’è ancora un elemento che non mi torna: prima head hunter e poi imprenditrice digitale… ma cosa è successo in mezzo? Che cosa le ha fatto dire “mollo tutto e vado”?
Mi confida la cosa più umana e naturale al mondo:
Mi è saltato il tappo! – dice – Con il botto! Letteralmente! Ci sono state vicende personali rispetto alle quali ho fatto un passo indietro. Ho lasciato il lavoro e chiuso una relazione molto importante, nel giro di pochi mesi mi sono reinventata la vita.
Ho fatto un salto nel vuoto e devo dire da un lato capisco che sia molto rischioso e non sia per tutti: serve avere un paracadute finanziario, e il mio, te lo dico, era davvero un paracadutino! Di contro il salto mi ha messo molto la pressione di fare, di non giocare su questo progetto e di capire subito se potesse avere un seguito o meno perché non c’era un piano B: doveva funzionare il piano A!

TA-DAAN è il suo progetto a lungo termine. E sta funzionando. Mi spiega che per questa seconda fase di crowdfunding per strutturare ulteriormente la piattaforma si sono date come punto di arrivo la cifra di 800 mila euro. In 3 settimane sono arrivate a 730 mila euro. Manca poco.
Siamo un team di amazzoni – mi conferma – tra pandemia e guerra, siamo ancora qui.

Mi affascina questa ragazza che ha fatto dei suoi percorsi insoliti un bagaglio utilissimo per decidere per sé e per il suo futuro. Filosofia, specialistica in management e poi è finita nel mondo del recruiting per poi passare all’artigianato. Anche con le socie ha fatto tesoro della sua esperienza di head hunter.

Sì! Ho proprio fatto una selezione! Sono andata all’esibizione Homo Faber a Venezia, uno dei più grandi eventi dedicati all’artigianato, e con la scusa di fare delle interviste ai giovani ambassador dell’evento ho proprio fatto dei colloqui! La ragazza con cui mi sono trovata sin da subito è Costanza. Lei a sua volta era già molto affiatata con altre due compagne di università che avevano in comune la passione per l’artigianato.
L’alchimia si è subito formata ed eccoci qui – abbiamo prima stilato un manifesto di valori e da quello è nato tutto!

Le chiedo del suo mito – Sara Blakely – quella degli Spanx.

Lei è davvero ispirazione: ha avuto questo padre che, al ritorno da scuola, le chiedeva “bene, in che cosa hai fallito oggi?” e si arrabbiava se tutto era filato liscio.
Questo approccio è un po’ estremo, ma ti fa fare uno switch mentale. Tante volte la paura del fallimento ci immobilizza, non ci fa fare le cose e ci priva dell’opportunità della crescita. Prima ci si imbatte nel fallimento, meglio è: è fondamentale per l’evoluzione. È l’attitudine, il come guardi le cose, che fa la differenza.

Non fare è il più grande fallimento.

Le racconto di Montserrat e delle sue Fuckup Nights e qualcosa mi dice che potrebbero piacersi molto.

Giuro di mandarle i contatti degli artigiani che fanno falli di ceramica dipinti a mano e ci salutiamo.

Mi metto subito a scrivere, a cercare le parole giuste, a cesellare questa chiacchierata che deve diventare un articolo. E mentre qui fuori è tutto un disquisire di ChatGPT, il sistema che sembra essere la morte dei copywriter perché scrive automaticamente articoli senza quasi muovere un dito, cerco una chiosa che mi convinca per chiudere il pezzo in bellezza.

Forse è questo il centro di tutto: nel gusto del fare, del metterci del tuo sapendo che solo le tue mani possono realizzarlo così, con buona pace dell’intelligenza artificiale.
Chat GPT non finirebbe mai questo pezzo guardandolo orgoglioso ed esclamando tra sé “TA-DAAN!”. Io sì.

valentina maran

Valentina Maran