NFT

NFT, QUESTI (S)CONOSCIUTI.

Cosa sono, come si generano e come funzionano.

Articolo di Chiara Dalla Tomasina (Contributor, RCS – Editor in Chief, Ferretti Magazine).

NFT, QUESTI SCONOSCIUTI.

Tutti ne parlano, ma in pochi sanno cosa siano effettivamente gli NFT e, soprattutto, i loro mercati di applicazione. Ecco una guida semplice per approcciarsi a questi token diversi dalle altre criptovalute.

Una sigla che si legge ovunque, e non solo nelle testate economiche o di settore. Non bisogna essere per forza esperti di finanza per averci a che fare, anzi: è bene conoscerli, perché gli NFT sono di fatto strumenti interessanti e specchio della modernità.
Partiamo dalla loro sigla, chiaramente un acronimo: sta per Non Fungible Token – token non fungibile – ovvero un tipo speciale di token crittografico che rappresenta l’atto di proprietà ed il certificato di autenticità di un bene unico, sia digitale o fisico.
Questi gettoni non fungibili non sono quindi reciprocamente intercambiabili, e questo li differenzia, per esempio, dalle criptovalute, che per loro stesa natura sono “fungibili”. Altro esempio per essere ancora più chiari: il denaro contante è fungibile, perché ogni banconota da 5 euro è sostituibile con un’altra banconota di pari valore. Di uno specifico NFT, invece, ne esiste uno e uno solo.

Come funzionano.
Chiarita questa prima fondamentale differenza, abbiamo detto che gli NFT rappresentano l’atto di proprietà ed il certificato di autenticità di un bene unico. E, per farlo, utilizzano un certificato basato sulla tecnologia blockchain, ovvero un registro digitale condiviso e “immutabile” in cui vengono tracciati e registrati tutti i movimenti di dati tra gli utenti.
Le voci sono raggruppate in “blocchi” concatenati in ordine cronologico, la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Così facendo, ogni singolo trasferimento è costantemente dimostrabile e la proprietà risulta trasparente. Ed è proprio questa possibilità di tracciare i movimenti di denaro a rendere gli NFT molto più sicuri delle criptovalute.

I passaggi degli NFT.
ll funzionamento degli NFT è riassumibile in tre passaggi: creazione, archiviazione sulla blockchain attraverso lo “smartcontract” e la vendita.
Per prima cosa, si genera una versione digitale di un’opera: un file immagine, una traccia audio o un file video. Spesso alcune piattaforme di compravendita pongono limiti alle dimensioni di questi file.
La versione digitale è una sequenza di numeri – compressa attraverso un procedimento conosciuto come hashing – che diventa una sequenza più piccola, detta appunto hash, che garantisce alcune peculiarità degli NFT, come integrità, sicurezza e indistruttibilità.
L’hash generato viene memorizzato su una blockchain con una marca temporale che ne documenta la data di inserimento e può essere poi scambiato su diversi marketplace (ne parleremo due capitoli sotto) a fronte di un pagamento, che avviene generalmente in criptovaluta.

Gli NFT e il mondo dell’arte.
Gli NFT trovano la loro occupazione privilegiata nel mondo dell’arte (ma non solo). Ma attenzione: chi acquista un’opera legata a un non-fungible token non acquista l’opera in sé, ma semplicemente la possibilità di dimostrare un diritto sull’opera, garantito tramite uno smart contract.
Diversi siti online che commerciano arte accettano transazioni in NFT; tra questi, per esempio, c’è isolationship, che vende graffiti stradali, o lacollection, certificato dal British Museum.

Come comprare e investire sugli NFT.
Per acquistare un NFT dobbiamo quindi servirci di una blockchain. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di Ethereum, anche se il mercato si sta riempiendo di competitor, tra cui Flow Blockchain (che si è presa la vendita tramite NFT delle migliori giocate dell’NBA), Binance Smart Chain, TRON e EOS. Nessun governo o azienda ha il controllo su Ethereum. Questa decentralizzazione rende praticamente impossibile per chiunque impedire di ricevere pagamenti o di utilizzare i servizi basati su Ethereum.
In “vendita” tramite NFT anche rare interviste ai Beatles.
Per investire sugli NFT ci si può affidare a diverse piattaforme: quella al momento più utilizzata per i token è OpenSea. Per poter creare gettoni non fungibili, o acquistarne di nuovi, serve il già citato portafoglio Ethereum, la blockchain specifica su cui si basa la piattaforma.

Le altre piattaforme oltre OpenSea.
Altre piattaforme, oltre ad OpenSea, sono NiftyGateaway (qui si possono fare acquisti anche usando normale carta di credito), Valuables (per l’acquisto dei tweet), mentre Rarible, SuperRare e MarkersPlace sono specializzati per il mercato di opere d’arte. Come SuperRare, il cui team – come dice già il nome – si assicura che le opere siano originali, create da veri artisti e che gli NFT siano molto rari, e quindi creati solo in una copia.
Se invece amate i “gattini” sul web – non preoccupatevi, siete in molti – l’ideale per voi è Cryptokitties.

Curiosità.
La NFT Art ha fatto la fortuna di diverse opere. La più costosa finora è costata 69 milioni di dollari. Si tratta di Everydays: the first 5.000 days, un’opera d’arte digitale creata da Mike Winkelmann, conosciuto professionalmente come Beeple e realizzata con 5000 immagini. Ad acquistarla, un soggetto conosciuto sotto lo pseudonimo di Metakovan e fondatore di Metapurse, il più grande fondo NFT al mondo.
Metakovan ha comprato di fatto un file in formato JPEG collocato in un portafoglio digitale, reso unico da uno smart contract e composto da una lunga sequela di pixel e byte. Non ha dunque la disponibilità del file ma solo i diritti sullo stesso.
Tra gli NFT pagati cifre altissime figura anche il primo tweet della storia. Uno studio ha certificato l’originalità del contenuto comprato per 2,9 milioni di dollari: si tratta del primo “Tweet” postato sul celebre social da Jack Dorsey, ideatore di Twitter: Il contenuto del messaggio? «Sto semplicemente configurando il mio Twitter».
Metakovan ha comprato di fatto un file in formato JPEG collocato in un portafoglio digitale, reso unico da uno smart contract e composto da una lunga sequela di pixel e byte. Non ha dunque la disponibilità del file ma solo i diritti sullo stesso.

Chiara Dalla Tomasina